Esportazione dei prodotti cosmetici in Paesi extra-europei: adempimenti necessari

Le Aziende che esportano i propri prodotti, in particolare in Paesi extra-europei, devono tener conto di svariati elementi, tra cui la necessità di verificare che l’etichetta dei prodotti sia corretta.

Per farlo, è necessario prendere in considerazione gli ingredienti dichiarati e i claim vantati proprio in etichetta: sono a norma nel Paese destinatario? C’è di più.

Prima di affacciarsi su un nuovo mercato, è fondamentale sapere se il Paese in cui si vuole vendere richieda la registrazione dei prodotti per consentire l’importazione.


Dichiarazioni in etichetta ed esportazione dei prodotti di cosmesi in Paesi extra-europei: l’importanza di verificare che ingredienti e claim siano a norma

Le dichiarazioni in etichetta per i prodotti cosmetici comprendono tutta una serie di informazioni e indicazioni, che servono a definire uno specifico prodotto cosmetico e a informare i consumatori su caratteristiche, qualità ed effetti del prodotto stesso. La finalità è proprio quella di tutelare i consumatori finali e di evitare dichiarazioni parziali, false o ingannevoli.

Le informazioni fornite in etichetta, quindi, non devono solo essere utili, ma anche immediatamente comprensibili e soprattutto reali e affidabili.

Ogni Paese è regolato da specifiche normative in merito ai criteri da applicare per le etichette; per questo, è necessario affidarsi a professionisti che siano a conoscenza del Regolamento di quello specifico Paese e siano in grado di valutare la corretta descrizione del claim da inserire.

Seguire i Regolamenti di ogni Stato è quindi imprescindibile per presentare in etichetta le caratteristiche del prodotto cosmetico.

Realizzare sin da subito un claim idoneo, prima di procedere con l’esportazione dei prodotti di cosmesi in Paesi extra-europei, permette infatti alle Aziende di non dover effettuare modifiche successive, ottimizzando così i costi. A questo aspetto si aggiunge la necessità di adottare un linguaggio che consideri il target di riferimento cui è destinato il prodotto.


Registrazione prima di effettuare l’esportazione dei prodotti in Paesi extra-europei

È importante sapere che alcuni Paesi richiedono la registrazione dei prodotti in appositi registri prima di poter autorizzare l’importazione.

Un esempio è la Cina, il cui panorama normativo per i cosmetici è estremamente complesso e articolato; ma questo non è l’unico Stato che richiede la registrazione dei prodotti.

Se stai pensando di esportare negli Stati Uniti, infatti, è necessario adempiere ai vincoli stabiliti dall’FDA una guida specifica per l’etichettatura; in questo caso due sono gli aspetti che vanno presi in considerazione: il Pannello Display Principale, che coincide con la parte visibile, e il Pannello informativo posto in genere sul retro del prodotto.

Rivolgersi a un partner in loco può rivelarsi la soluzione più diretta a e immediata in merito a queste delicate questioni e dare una percezione di risparmio.
Tuttavia, non sempre l’interlocutore coincide con l’ente di riferimento.
Spesso, infatti, le Aziende si appoggiano a distributori, perché necessitano di una persona fisica o giuridica che svolga il ruolo di responsabile su un determinato territorio; il problema è che a volte effettuano queste scelte senza avere alle spalle un percorso di conoscenza reciproca a supporto e la fiducia necessaria che servirebbe prima di condividere informazioni importanti, che emergono nella gestione di questi temi.

Perché affidarsi a un professionista, che conosce bene il regolamento di un determinato Paese ed è in grado di poter soddisfare le richieste normative?

I professionisti con cui collaboro per l’erogazione di questi servizi:

  • sono specializzati su questi aspetti
  • sono italiani e per questo è molto apprezzato dalle aziende clienti in quanto possono confrontarsi dialogando nella stessa lingua
  • vantano dei rapporti fiduciari con i tecnici del settore nel territorio in cui si vuole espandersi.

Queste figure possono inoltre individuare con facilità dei soggetti neutri che possano ricoprire il ruolo di responsabile per l’Azienda in loco, soluzione in grado di offrire diversi benefici.

Alleggerire le risorse interne

Sgravare le risorse interne all’Azienda, che talvolta possono essere a digiuno di competenze tecniche di regolatorio internazionale, da tutta una serie di incombenze e permettere loro di ottimizzare il proprio tempo.

Snellire il passaggio di informazioni

Evitare che il passaggio di informazioni tra soggetti diversi rischi di creare confusioni e lungaggini, distogliendo le stesse figure interne dal loro ruolo operativo.

Nella mia esperienza ho avuto modo di interfacciarmi con aziende che delegavano questa funzione a una figura commerciale. Questa, anziché concentrarsi sulla generazione delle vendite, spesso si trovava nella situazione di dedicare più tempo dell’attività burocratica relativa all’ottenimento della registrazione dei prodotti in uno Stato estero. Di conseguenza:

  • le vendite diminuivano
  • i tempi per ottenere la registrazione erano lunghi e incerti
  • la risorsa commerciale si demotivava per in quanto distratta dalla sua funzione principale che è vendere.

Ottenere un risparmio di tempo

Risparmiare del tempo prezioso, poiché alcune autorizzazioni sono relativamente veloci, mentre altre traguardano e addirittura superano l’anno; avere una conoscenza tecnica profonda e un metodo consolidato consente di gestirle con efficacia, accelerando i tempi.

Svincolarsi da rapporti di dipendenza

Evitare di creare un rapporto di dipendenza da un partner commerciale locale. Il rischio con cui si confrontano le aziende italiane che esportano riguarda l’affidarsi a distributori locali, anche sconosciuti, per curare le compliance e le eventuali registrazioni necessarie per abilitare l’import.

Questa scelta comporta che l’Azienda diventi dipendente dal partner stesso, con il forte rischio che ciò influenzi negativamente il rapporto contrattuale; può capitare inoltre che, in possibili situazioni di conflitto, utilizzi informazioni delicate a proprio favore.

Proprio per non rischiare di diventare ricattabile, è opportuno percorrere strade diverse.

L’esportazione dei prodotti di cosmesi in Paesi extra-europei rappresenta una scelta molto importante e delicata per ogni azienda che decida di espandere il proprio business oltre i confini nazionali.

Questa dev’essere accompagnata a una profonda conoscenza del Paese nel quale si decide di esportare, affinché tutti i prodotti siano conformi alle normative richieste. Più precisamente e per non andare allo sbaraglio, è opportuno che la scelta di rivolgersi all’estero sia contemplata in una consapevole strategia di internazionalizzazione. Ne ho parlato in modo approfondito nell’ articolo che trovi qui e che ti invito a leggere.

È quindi consigliabile, prima di avventurarsi all’estero, confrontarsi preventivamente con professionisti selezionati per creare le basi di un solido processo di esportazione, evitando così problemi che potrebbero rivelarsi onerosi e di difficile soluzione.

Nel ruolo di Temporary General Manager, ho operato in realtà molto internazionalizzate, gestendo filiali commerciali estere e joint venture con partner orientali, russi e sud-americani. Queste esperienze arricchenti, mi hanno insegnato che confrontarsi con l’esportazione dei prodotti e con l’internazionalizzazione in genere, significa in primis tener conto di normative (oltre che di cultura e prassi commerciali) spesso diverse dalle nostre.

Improvvisare in questi ambiti genera molti sprechi che rischiano di materializzarsi in:

  • perdita di grandi opportunità (e con grandi intendo anche enormi) oppure
  • spese salienti e grattacapi pesanti per aver sottovalutato aspetti legali, di regolarorio, fiscali, doganali, etc.

Sta quindi alla responsabilità degli imprenditori prenderne atto e organizzarsi di conseguenza.

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